CROCUS (2020 – )
Come sono interconnessi suono e linguaggio? E come lo sono il linguaggio e la musica? E ancora, come la musica e silenzio? E infine, come il silenzio e la natura?
Questi sono alcuni dei temi che vuole esplorare Crocus, progetto di ricerca vocale che ospita l’eredità di frammenti e melodie in più di quindici differenti lingue e dialetti della musica tradizionale europea. La ricerca è iniziata nel 2020 come progetto solista e prosegue anche in duo a cappella con Eugenia Marzi. In questa babele linguistica, il desiderio è di spogliare la parola del suo significato superficiale, con la speranza di toccarne il significato ultimo attraverso l’enigmatica bellezza del suono spoglio. La nudità e la semplicità del suono spoglio dove tutto questi idiomi si incontrano, è forse il luogo che nasconde in sé il segreto della musica, segreto che può diventare una porta per un mistero ancora più grande, quello del silenzio. Venendo dal mondo dell’opera, dove i volumi devono essere per definizione spesso altissimi, attraverso questo progetto ho seguito il mio desiderio di ricercare un approccio più contenuto alla musica, per tentare di toccare con mano e corde ciò che mi piace chiamare il ground zero della voce. Nell’incedere paradossalmente silenzioso di questi canti, ritengo si possa trovare un modo per aprirsi e disporsi più all’ascolto dell’ambiente che ci circonda. Forse lì allora un altro incontro diventa possibile: quello con la natura. Imparando poco a poco anche a rispettare il suo silenzio, si può allora provare a entrare in comunione con il mistero meraviglioso e insondabile dei suoi movimenti, immergendoci in essi attraverso “una prospettiva più lunare”, per citare la teologa italiana Antonietta Potente. Forse solo entrando in questa oscurità senza paura, si può intravedere ciò che è veramente luminoso.